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Nel frattempo grandi manovre sono in atto a livello atmosferico e a cavallo dell'Epifania il vortice polare subirà finalmente un deciso rallentamento: sarà l'occasione giusta per segnare la vera svolta della stagione fredda?
Le aspettative che gli appassionati rivolgono alla stagione invernale sono spesso dipendenti dal numero delle nevicate che si verificheranno al di fuori del proprio cortile di casa e come ben possiamo intuire questo non può essere un reale parametro per valutare una stagione invernale; peraltro alle nostre latitudini anche una stagione fredda può essere caratterizzata da configurazioni miti, spesso con notevoli differenze tra versante alpino e sud-alpino. La protezione della catena alpina che, dopo un'irruzione fredda, contribuisce a mantenere un solido cuscino gelido in pianura padana, è daltrocanto anche un ostacolo alle correnti settentrionali generando in pochi chilometri una situazione diametralmente opposta: neve diffusa oltralpe, fohen mite a sud.
A questo punto è inevitabile che subentri il giudizio emotivo di chi vive l'evento atmosferico in un determinato luogo, percui l'abitante alpino svizzero si troverà a spalare metri di neve dal proprio giardino, mentre alla stessa altitudine l'abitante di Foppolo(Bg) (ad esempio) potrà prendere il sole con un vento di caduta che gli schiaffeggerà la pelle; questo esempio, semplificato ma efficace (mi scuseranno gli studiosi) serve per capire come la morfologia del nostro territorio è soggetta a diverse "sfumature" microclimatiche che però non dovrebbero mai assolutizzare il nostro pensiero sull'evento meteorologico in essere.
Nel caso esemplificativo sopra evidenziato siamo comunque di fronte ad una configurazione di tipo "invernale" con l'avvento di aria fredda, seppure gli effetti locali, come visto, siano molto differenti.
Questo inverno è stato finora teatro di configurazioni come quella sopra descritta con un notevole innevamente sulle alpi di confine (comprese quelle valdostane) e siccità imperante nel versante sud-alpino.
I lettori più attenti staranno storcendo il naso lo so, perchè effettivamente il mio ragionamento rischia di apparire un pò riduttivo dato che, effettivamente, l'inverno 2011-2012 finora è stato anche contrassegnato da una maniacale ripetitività delle configurazioni, pilotate da una iperattività del vortice polare che ha costretto l'alta pressione a marcare il mediterraneo occidentale, come il Trap fece con Pelè in occasione di quello storico Italia-Brasile.
E' anche vero che però in passato più volte si sono avuti inverni con hp dominanti nei mesi di Dicembre e Gennaio per poi avere a Febbraio un maggiore dinamismo, stante l'avanzamento della stagione che favorisce scambi meridiani più marcati.
Inoltre dovremmo ammettere che a volte il nostro desiderio di configurazioni gelide risulta estremizzato se consideriamo che viviamo in zona mediterranea, territorio mite per antonomasia.
L'EVOLUZIONE DEI PROSSIMI GIORNI CON IL METEO PER L'EPIFANIA
Dopo questa articolata premessa, andiamo quindi ad analizzare la situazione meteo attuale che al nord Italia ha appena visto il transito di un minimo depressionario "rapido e stretto" capace però nel suo peregrinare di scaricare una buona dose di millimetri di pioggia con il ritorno della neve a quote medie sull'area prealpina.
Nel frattempo, a livello emisferico verifichiamo il rallentamenteo del vortice polare di cui accennavamo sopra; due saranno difatti nei prossimi giorni le pulsioni anticicloniche in sede atlantica, capaci di avvicinare le correnti fredde, la cui traiettoria (mentre scrivo) è chiara solo nella prima situazione, attesa tra il 5 e il 6 Gennaio e che di seguito mostro:
una corrente a getto molto intensa scorrerà sul bordo orientale anticiclonico andando a scontrarsi violentemente contro le alpi dove si verificheranno nevicate intense ancora nei versanti esteri con sfondamenti fino all'alta valtellina, all'alto adige e ai confini valdostani (dove però la quota neve risulterà più alta per la maggior influenza delle miti correnti occidentali).
Il giorno dell'Epifania poi la discesa delle correnti fredde sul bordo orientale dell'anticiclone genererà qualche rovescio sparso al centro-sud mentre al nord i venti di caduta la faranno ad padrone.
Molto più interessante da seguire e ancora incerta nella sua realizzazione finale è la seconda pulsazione anticiclonica, che si materializzerà tra l'8 e il 10 Gennaio con un ponte anticiclonico ancora più occidentale e una discesa fredda che potrebbe influenzare in maniera più diretta l'Italia.
L'evoluzione attualmente più probabile è quella che vede la formazione di una depressione tra l'Italia e la Grecia, alimentata da aria fredda capace di portare marcata instabilità nelle regioni meridionali, specialmente nei versanti adriatico e ionico, con un calo della quota neve in appennino.
E' doveroso però da parte mia sottolineare che a livello locale tale configurazione potrebbe cambiare nei prossimi giorni se i modelli muteranno la traiettoria dell'aria fredda.
Resta comunque probabile una parentesi decisamente invernale a cavallo tra la fine della prima decade di Gennaio e l'inizio della seconda, con la neve che in alcune zone italiane potrebbe fare la comparsa a quote basse.
Emanuele Felotti