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Durante i giorni da capodanno all’epifania, un vasto anticiclone dinamico si è impossessato di mezza Europa, facendo piombare l’Italia in un periodo più primaverile che invernale. In Piemonte ad esempio, e nelle zone esposte ai forti venti di fohen da nord, le temperature sono salite agilmente al di sopra dei 15 -20°C anche a quote considerevoli, portando ad una rapida fusione della neve caduta intorno al periodo natalizio. Sulle coste questi valori sono stati mitigati da brezze marine dovute ad un mare con temperature ancora invernali. Nel frattempo in zone di atmosfera non a noi abituali (cioè la stratosfera) si cominciano a vedere i primi segni di un forte cambio di circolazione che avverrà nella settimana successiva (cioè 7-13 gennaio) a causa di imponenti flussi di calore partiti dalla troposfera per mezzo di un’onda planetaria.



stratosfera 10 hPa 1 gennaio 2013
Analisi dell'altezza di geopotenziale e della temperatura a capodanno del 2013 al livello isobarico di 10 hPa (circa 30 km). Notare il forte riscaldamento all'altezza della Siberia. Immagine prodotta dall'università di Berlino.


Questa settimana, in Italia le correnti nord occidentali sono diventate più blande, e ciò ha permesso la formazione di nebbie in pianura Padana e nelle valli interne delle Alpi e Appennini piuttosto estese, tanto che erano almeno 2-3 anni che non si vedevano in alcuni luoghi. Come tale i modelli anche ad alta risoluzione hanno faticato non poco a prevederne la formazione e la persistenza, creando parecchi disagi a chi ha usato ad esempio i dati di radiazione solare per prevedere la producibilità da impianti fotovoltaici.


Perché soprattutto in Italia la nebbia è così difficile da prevedere? Innanzitutto perché non tutti i modelli tengono conto degli aerosol, ovvero di quelle particelle sospese che in condizioni di sovrasaturazione favoriscono la formazione di goccioline di nube (che è poi lo stesso meccanismo della nebbia), e poi perché non hanno una adeguata risoluzione verticale, tale da ricostruire in maniera adeguata le inversioni termiche(e quindi il raffreddamento radiativo)  che avvengono in situazioni di stabilità atmosferica.


nebbia 9 gennaio2013 Italia
Immagine satellitare del 9 gennaio 2013. Si può osservare la nebbia diffusa su tutto il nord, il Tirreno e il Mar Ligure.


Quindi come si può ovviare a queste limitazioni e migliorare la previsione della nebbia? Oltre ad aumentare le capacità di un modello (aerosol, risoluzione verticale, microfisica, etc) varie soluzioni consistono nell’implementare algoritmi  (cosiddetti  “fog index”) che contemplino ad esempio la distribuzione verticale dell’umidità e dei gradienti di temperatura: questo però va bene per pianure estese e senza grossi ostacoli orografici attorno. Per la pianura Padana il discorso è molto più complesso, perché si possono formare inversioni di temperatura a diverse quote, e la conformazione orografica porta alla formazione di correnti locali a basse quote che distribuiscono l’umidità e le temperature in maniera diversa all’interno della pianura. Noi stiamo lavorando per cercare di migliorare questi algoritmi, per rendere più affidabile la previsione delle nebbie e già notevoli risultati sono stati conseguiti con il modello EMM a 2 km di risoluzione, come potete vedere dalle mappe di visibilità. Ma ulteriori miglioramenti sono in corso d’opera.


Situazione futura

Da domenica però ci dimenticheremo in parte della nebbia, perché la circolazione sarà dettata da basse pressioni a zonzo per il Mediterraneo, accompagnate da aria fredda e nevicate a bassa quota su quasi tutto il nord. Ciò è dovuto in parte al riaggiustamento dinamico della troposfera in seguito a quello che si è verificato in stratosfera in questa settimana: la circolazione prettamente zonale tipica di questo periodo, che si mostra come un unico vortice ben centrato sul Polo Nord, è stata letteralmente ribaltata, portando ad un riscaldamento repentino e alla formazione di un’area anticiclonica al polo, con aree cicloniche che gli ruotano attorno.


stratosfera 10 gennaio 2013 10 hPa

Analisi dell'altezza di geopotenziale e della temperatura del 10 gennaio 2013 al livello isobarico di 10 hPa (circa 30 km). Ecco il vortice stratosferico completamente diviso dall'altapressione. Immagine prodotta dall'università di Berlino.


Solitamente a un fase stratosferica così delineata corrisponde con un ritardo di una quindicina di giorni una fase simile in troposfera, con correnti zonali molto basse di latitudine e aria molto fredda proveniente dalla Russia che investe l’Europa. In questi giorni infatti i principali modelli globali hanno intravisto più volte scenari simili a quello descritto, ma ancora regna l’incertezza in quanto si alternano a scenari da circolazione zonale piuttosto spinta. Quindi qui ci limiteremo a segnalare cosa succederà nei prossimi 2-3 giorni, aspettando l’evolversi della situazione nei giorni successivi.


Nord

Per quanto riguarda il Nord, sabato 12 sarà una giornata relativamente tranquilla, con un po’ di nebbia al mattino in pianura e nubi che si faranno strada col passare delle ore. Deboli precipitazioni saranno probabili tra Veneto e Trentino in giornata,nevose fino a bassa quota (500-600 m)- Le temperature cominceranno a scendere soprattutto in quota .Da domenica 13 mattina la musica cambia, con l’arrivo di una perturbazione dall’Atlantico che , complice l’aria fredda, porterà neve diffusa anche in pianura su Piemonte meridionale, Lombardia, Liguria, Emilia, Veneto e Friuli (in queste ultime e in Romagna pioggia a causa dei venti di bora). Praticamente escluse saranno le Alpi eccetto in Friuli. Durante la nottata anche Il Trentino sarà interessato da precipitazioni nevose fino a bassa quota, ma il resto della giornata di lunedì trascorrerà per lo più irregolarmente nuvolosa, con temperature decisamente rigide, poco sopra lo 0°.



pioggia 12 h 13 gennaio 2013
Precipitazione cumulata su 12 h prevista dal modello EMM 5 km per domenica 13 gennaio 2013.


Centro

Al Centro residue precipitazioni sul settore adriatico e appenninico in scivolamento verso sud-est , sabato 12 sarà una giornata prevalentemente soleggiata. Domenica 13 invece il fronte caldo legato alla perturbazione interesserà le regioni tirreniche con precipitazioni diffuse su Lazio e Toscana e Sardegna occidentale, con quota neve oltre i 1500 m. Lunedì 14 le precipitazioni interesseranno il basso Lazio e la Campania. I venti saranno prevalentemente sudoccidentali, con temperature in calo da lunedì.


temperatura 2m 14 gennaio 2013
Temperature rigide ma nella norma quelle previste dall'EMM 5km per lunedì 14 mattina.


Sud

Al Sud sabato precipitazioni deboli da stau saranno possibili su settore tirrenico di Calabria e Sicilia, e qualche residuo precipitativo sarà presente in Puglia. Poi giornata in miglioramento. Domenica 13 sarà una giornata relativamente calda , con precipitazioni presenti solo sulla Campania, e piuttosto ventosa per venti sudoccidentali. Per lunedì 14 incremento delle precipitazioni sulla Campania, sulle altre regioni per lo più cielo nuvoloso , con temperature in leggero calo.

vento 13 gennaio 2013
Vento previsto dal modello EMM 5km per domenica sera: Libeccio imperante tranne in Liguria.


Tendenza

Tendenza per i giorni successivi: Martedì 15 sembra che una nuova perturbazione, accompagnata da temperature più rigide ci interesserà in maniera ancora più intensa di questa, e dalle ultime proiezioni potrebbe durare tutta la settimana. Ma come detto, i modelli sono piuttosto ballerini, per cui vedremo nei prossimi giorni come evolverà la situazione.

Datameteo staff





 

 

 


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