Tornando nel
vecchio continente, si può osservare che il limite delle gelate tardive si sposta nel tempo, nel corso della primavera, procedendo da sud verso nord e da ovest verso est, come d’altronde giusto che sia. Gelate tardive nella Russia Europea, regioni baltiche ed Est Europa sono frequenti in maggio. Il maggio 2008 per queste zone, ha mostrato quanto la primavera può essere fredda, segnando temperature ampiamente negative in pianura addirittura in Polonia (-2°C diffusi nel NE del paese) quando la media delle minime del periodo si attesta sui 6.5°-7.5°C.
L’Italia è interessata da questo fenomeno principalmente nei
mesi di marzo e aprile, con qualche raro evento in maggio anche in centro Italia (8 maggio 1957). Le zone che più si “prestano” a questo fenomeno sono
zone di pianura e riparate dai venti, che favoriscono la discesa della temperatura grazie al fenomeno di irraggiamento durante un periodo di alta pressione preceduta da un’ irruzione fredda. Indubbiamente i problemi maggiori sono apportati
all’agricoltura. Infatti, se la gelata tardiva segue dei giorni miti o caldi, i danni saranno ulteriormente aumentati dal fatto che le piante e le coltivazioni hanno iniziato il loro processo di “risveglio” dall’inverno e in questi periodi sono molto deboli e sensibili alle variazioni climatiche.
Per contrastare questi fenomeni, sono utilizzati diversi metodi, che vanno comunque applicati con le giuste tempistiche. Proprio per questo è necessaria una
valutazione meteo-climatica per prevedere se in una zona, in un determinato momento, è possibile una gelata tardiva e di che entità può essere.
Avevamo parlato di caldo eccessivo per questa primavera, ed ecco spuntare un blocco ciclonico con una serie quasi continua di perturbazioni. Quando finirà?
Ecco un assaggio di cosa viene prospettato dai nostri modelli per la settimana dal
Meteogramma Agro per la
zona di Bologna.
In figura Meteogramma Agro per la zona di Bologna.